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Si arriverà a un futuro in cui la carta sarà completamente sostituita dagli schermi digitali in nome della tutela dell’ambiente e della Terra? Se è possibile immaginare una tale possibilità, tra l’altro in un futuro neanche troppo vicino, oggi la stampa è ancora una realtà importante. Stampiamo documenti, libri, riviste, manifesti pubblicitari, brochure. È in continua crescita, però una stampa più responsabile dell’ambiente e della sua tutela.
Tra i principali problemi della stampa ci sono gli inchiostri utilizzati e lo stesso processo di stampa con il loro potere inquinante. Una consapevolezza comune a governi e aziende.
Da una parte nelle aziende cresce la volontà di avere un business sostenibile e la ricerca per la produzione di inchiostri sempre più performanti, sebbene quanto più possibile privi delle sostanze chimiche che generalmente contengono: in un inchiostro standard sono oggi circa 400. L’obiettivo è quello di ottenere inchiostri completamente ecocompatibili, sostenibili e biodegradabili senza dover rinunciare alla qualità del colore.
Dall’altra parte anche i governi si muovono a livello legislativo per limitare l’emissione delle sostanze dannose per la salute dell’uomo durante i processi produttivi e dai prodotti finiti. Esistono direttive europee che indicano i parametri massimi per le emissioni dei Composti Organici Volatili (COV), sia a seguito di processi produttivi – stampa compresa – sia per i materiali. A ulteriore tutela della salute dell’uomo la loro presenza deve essere indicata. In Francia, ad esempio, i prodotti decorativi devono avere l’etichetta obbligatoria “émissions dans l’air intérieur” con indicazione dell’emissione di sostanze organiche dannose che va da C ad A+.
A tale problema si affianca quello dell’uso abnorme e spesso non giustificato di carta. Materiale che potrebbe arrivare anche da tagli illegali: d’altra parte, l’Italia importa l’80% dei prodotti forestali dall’estero e, secondo il report “Green Carbon, Black Trade” realizzato dall'Unep - Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e dall'Interpol, il 15-30% del legno commercializzato a livello globale arriva da tagli illegali. Fenomeno questo che favorisce la criminalità e che incide sulla salvaguardia mondiale.
Proprio per questo è sempre più diffusa la scelta di utilizzare soltanto carta certificata PEFC e FSC. Il “Programme for Endorsement of Forest Certification schemes” e il “Forest Stewardship Council” certificano la gestione sostenibile del patrimonio boschivo.
Alla tipografia CataPrint l’attenzione ai processi produttivi nel rispetto dell’ambiente e l’utilizzo di carta certificata non sono sembrati elementi sufficienti per considerarsi un’azienda green. Così nel 2005 ha aderito al Network mondiale Global Compact delle Nazioni Unite per sostenere e promuovere i diritti umani, il lavoro, la tutela dell’ambiente e la lotta alla corruzione. E più recentemente ha anche avviato una collaborazione con “Treedom” per la realizzazione di una foresta aziendale, che cresce di un albero per ogni nuovo ordine ricevuto.
Un ruolo importante per una stampa più green, però, lo hanno non solo i centri stampa ma anche chi commissiona il lavoro. Grazie alla stampa digitale non si rende più necessario dover stampare un numero minimo di copie per abbattere i costi. Questo è un dettaglio importante per la tutela ambientale, in quanto riduce in modo significativo il magazzino e l’uso spesso inutile di carta e inchiostro.
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