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La scelta di un font invece che di un altro non è priva di importanza. Come sottolinea il poeta e tipografo Robert Bringhurst, in “The Elements of Typographic Style” del 1992, “la tipografia esiste per valorizzare il contenuto. Le lettere hanno vita e dignità proprie”. Questo principio lo si può riscontrare anche nei quotidiani, che periodicamente procedono a un restyling della propria grafica, ad iniziare dal font.
Basta sfogliare una mazzetta di quotidiani per accorgersi di come il font serva a differenziare le singole testate e a renderle riconoscibili. Se la gabbia delle pagine tende ad uniformarsi pur nell’evoluzione, diverso è il discorso dei caratteri: ogni giornale ha il proprio font. Ormai i maggiori quotidiani in tutto il mondo si rivolgono a delle agenzie specializzate per costruire un font di proprietà, che rispecchi lo stile generale della testata.
Nella costruzione e scelta del font tra gli aspetti più importanti da considerare vi è lo spazio occupato e la facilità di lettura. Anche se, come affermato da uno dei padri della moderna tipografia Eric Gill, “la leggibilità, in pratica, è semplicemente ciò cui si è avvezzi”.
Con l’avvento di Internet e lo sbarco dei quotidiani sul web il problema dello stile dei font è raddoppiato. Infatti, la leggibilità di un font sulla carta e sul video non è quasi mai la stessa. Proprio per questo generalmente si preferisce utilizzare due font differenti, ma che si richiamino, nella versione cartacea e in quella web. Questo anche perché quasi tutti i font facilmente leggibili a schermo, stampati presentano dei difetti.
Utilizzare un font di proprietà non è una caratteristica soltanto dei nostri giorni. Basti pensare che proprio così è nato uno dei caratteri tipografici più utilizzati al mondo: il Times New Roman. Nel 1931 il quotidiano britannico The Times chiese alla fonderia Monotype un nuovo font, sentendo la necessità di svecchiare il font in uso che appariva ormai grezzo e troppo datato. Così Stanley Morison e Victor Lardent diedero vita al Times New Roman, rispettivamente come ideatore e disegnatore, che fece il suo debutto il 3 ottobre 1932. Questo font si caratterizzava per essere un carattere serif, elegante e per svilupparsi soprattutto in altezza, così da far sparire i canaletti nella composizione delle colonne tipografiche.
Font proprietari anche per i maggiori quotidiani italiani. Il Sole 24 Ore nel 2010 ha adottato il Sole Serif, disegnato da Luciano Perondi. Tale font si ispira ai tipi calligrafici veneziani del Cinquecento, risultando comunque moderno ed essenziale. Nel 2018 a tale carattere è stato affiancato dal Sole Sans, pensato per rendere più chiare le parti con corpo ridotto come grafici, schemi e tabelle. Questo carattere, inoltre, è facilmente leggibile sia nel cartaceo sia sul web.
Font proprietari anche per il Corriere della Sera che nel 2011 ha cambiato i caratteri tipografici dei titoli. Il titolo di apertura in prima pagina è da allora realizzato in Brera, font che si caratterizza per le linee pulite e una geometria aperta. Gli altri titoli, invece, sono in Solferino, font graziato che dà alle pagine nuova eleganza. Entrambi i font sono stati creati dallo studio LeftLoft/Molotro, già autore del Solferino Text, che dal novembre 2007 viene usato per i testi degli articoli. Nel 2019 per una maggiore leggibilità dell’edizione cartacea si è assistito a una leggera modifica, rappresentata da un aumento del corpo dei testi (da 9,7 a 10,2 punti tipografici) e dell’interlinea (da 10 a 11,5 punti tipografici).
Altro giornale con font proprietari è Repubblica. Quando il giornale uscì in edicola il 14 gennaio 1976 usava il carattere Bodoni (font tondo caratterizzato da grazie sottili facente parte della tradizione tipografica italiana), differenziandosi così dagli altri quotidiani che utilizzavano font bastoni (senza grazie). E nel 2017, per la nuova veste grafica, lo studio Commercial Type (già autore del restyling del Guardian) per la realizzazione del nuovo font è tornato a guardare alle origini. Nasce così Eugenio, un omaggio al fondatore Eugenio Scalfari.
Come spiegato dalla stessa testata al momento della presentazione del nuovo carattere tipografico, “il font Eugenio scelto da Repubblica per la sua nuova veste grafica si ispira al Bodoni già di per sé nitido, per via dell'alto contrasto tra le linee spesse e sottili, per renderlo ancora più leggibile attraverso tre caratteri: c'è l'elegante e classico serif con ‘grazie’, usato per la prima parte delle news, c'è il sans senza ‘grazie’ per la sezione Cultura e Spettacoli, pulito e lineare, che serve a segnalare anche visivamente un cambio di ritmo introducendoci ad una lettura più rilassata. E infine c'è il text, che come dice il nome stesso, riguarda i testi, gli articoli, e che è stato pensato per la stampa dei quotidiani, ottimizzati per le rotative”.
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