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Il successo di un brand passa anche per la sua riconoscibilità immediata. Proprio per questo le aziende sviluppano una brand identity ben precisa, che è uniforme per tutte le forme di comunicazione (comprese le e-mail, i biglietti da visita e le pareti di uffici e/o negozi). Però la brand identity deve poi essere difesa. Vediamo come.
Il brand manual è esattamente lo strumento che le aziende utilizzano per far sì che gli elementi della propria brand identity siano sempre rispettati. È la “bibbia” dove sono riportate tutte le regole degli elementi che vanno a definire l’identità dell’azienda.
Il documento è rivolto in primis al personale interno, ma è ancora più importante quanto utilizzato da aziende collaboratrici o comunque da soggetti terzi che fanno uso del marchio.
L’identità visiva di un brand abbraccia anche il rapporto di fiducia tra azienda e cliente. Trovarsi di fronte a un logo o colori diversi da quelli classici del brand può farci sospettare che non sia il prodotto originale, ma una copia contraffatta.
Gli elementi più importanti da inserire sono tre: il marchio, la palette colore e i font scelti.
LOGO – È l’aspetto grafico della marca. È quello che memorizziamo immediatamente. Semplice perché sia efficace ma frutto di un attento studio, a partire dalla vision e dalla mission aziendale. Il brand è il logo e il logo è il brand: per questo deve essere sempre identico e non può essere modificato se non intenzionalmente in fase di rebranding. Per questo il logo è il primo elemento da inserire nel brand manual. Con le sue caratteristiche tecniche (dimensioni, colori, struttura), ma anche con la sua storia per meglio dare la percezione di cosa rappresenti quello in uso. Del logo devono essere fornite tutte le versioni realizzate, a colori e in bianco e nero. È qui che si definisce se è iconico, testuale o combinato e se si possono usare anche singole parti di esso o se deve essere riprodotto nella sua completezza. È ancora qui che viene fornita anche la misura minima in cui è possibile utilizzarlo, senza che perda senso.
Nella rappresentazione del logo sono riportate anche le aree di rispetto, ovvero la distanza che deve essere lasciata intorno al logo così da farlo risaltare meglio.
PALETTE COLORE – Nel brand manual sono riportati tutti i colori scelti per la comunicazione aziendale, a iniziare dal logo. Non solo sono specificati i colori che si devono usare, ma anche le alternative quando non è possibile utilizzare questi a causa di una sovrapposizione con sfondi che annullerebbero o ridurrebbero l’impatto del logo. Pensa, ad esempio, a cosa succederebbe al logo di Spotify su un fondo verde. Per questo le aziende prevedono versioni secondarie del logo che sono generalmente al negativo oppure con colori ausiliari (varianti più chiare, più scure o alternative al colore principale).
Nel brand manual i colori propri del brand sono riportati in Pantone, CMYK, RGB, HEX, RAL: in questo modo, qualsiasi sia il canale utilizzato, il colore è sempre identico.
FONT – L’inclusione nella brand bible del font o dei font utilizzati dal marchio va oltre la semplice enunciazione del font scelto e delle varianti utilizzate (italico, grassetto, uso in minuscolo, tutto maiuscolo o con le sole iniziali maiuscole). Questo perché, per un discorso di piacevolezza visiva, generalmente vengono apportati cambiamenti rispetto alle impostazioni standard. Cambiamenti che vanno a rendere il testo più bilanciato e armonico. Sono tre gli elementi su cui si interviene: la spaziatura (tracking), cioè il distanziamento delle lettere nel loro insieme; l’interlinea (leading), cioè la distanza tra le basi di due caratteri posizionati in due linee vicine; la crenatura (kerning), cioè la riduzione dello spazio in eccesso fra coppie specifiche di caratteri (ad esempio AV, Wa, LT), che è realizzata per diminuire l’antiestetico spazio bianco tra le lettere. Se tali cambiamenti sono stati eseguiti nel brand manual vengono descritti riportando anche le misure.
Altrettanto importante nel brand manual è l’elenco di ciò che non è permesso. Particolare attenzione viene riservata al logo e ai colori. I loghi permessi sono soltanto quelli indicati dall’azienda e non si può intervenire in alcun modo su di essi. Lo stesso vale per i colori.
Questo perché il marchio deve essere immediatamente riconoscibile dal cliente e non deve creare in lui confusione.
Le grandi aziende presentano generalmente più marchi, spesso molto distanti tra loro. Pensa, ad esempio, a P&G che comprende Pampers, Gillette, Oral-B e Pantene. In questi casi realizzare un unico brand manual è impossibile, quindi si avranno tanti manuali quanti sono i marchi.
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